Tre domande a Massimo Roj, Massimo Roj, architetto, fondatore e CEO di Progetto CMR, che nel 2024 ha vinto il premio Compasso d’Oro ADI.

"RECUPERARE I MATERIALI, RIQUALIFICARE L’ESISTENTE PER UN’EDILIZIA SEMPRE PIU’ FLESSIBILE"

“L’Italia è un paese che nel tempo si è stratificato. Gli edifici storici hanno cambiato le loro funzioni.  Questa flessibilità è la chiave. Oggi occorre costruire studentati che un domani potrebbe essere necessario trasformare in residenze per anziani. È bene ricordare anche che non è necessario salvare tutto: dobbiamo distinguere tra il patrimonio storico, che ha valore, e va conservato, e il vecchio che ha perso la sua funzione originaria, diventa costoso da mantenere ed è più funzionale abbatterlo e ricostruirlo”. Spiega Massimo Roj, architetto, fondatore e CEO di Progetto CMR, che nel 2024 ha vinto il premio Compasso d’Oro ADI.

“Sì, soprattutto nella misura in cui si può recuperare materiale dalle demolizioni. E’ previsto per il nuovo stadio di Cagliari: dal recupero dei materiali del vecchio stadio Sant’Elia , con un impianto di betonaggio in loco,  il calcestruzzo sarà  “tritato” per essere riutilizzato come materiale inerte nella costruzione del nuovo edificio. E’ un processo di riutilizzo virtuoso che evita anche il trasporto del materiale demolito fuori dal sito. Il recupero non è sempre la scelta migliore: certi edifici, nati negli anni dopo i conflitti bellici del secolo scorso con il boom economico per dare accoglienza alla forza lavoro che dal sud raggiungeva città come Torino e Milano, oggi non hanno più ragione di esistere, richiedono una manutenzione costante e costosa e inquinano più del nuovo. Siamo abituati a pensare che il costruito debba restare per secoli. Ma pensiamo a cosa accade nei paesi asiatici dove l’edificio è uno strumento di lavoro che, finita la sua funzione, può essere abbattuto e rifatto. L’architetto Kenzo Tange ha progettato cinque volte un edificio dell'amministrazione pubblica di Tokyo per adattarsi alle esigenze che cambiano”

 

“L’Italia è un paese che nel tempo ha visto la sua architettura, come la sua storia, stratificarsi. Gli edifici storici hanno cambiato le loro funzioni. Questa flessibilità è la chiave. Oggi occorre costruire studentati che un domani potrebbe essere necessario trasformare in residenze per anziani. Molti uffici hanno perso la loro funzione e possono essere ripensati come alberghi e residenze. Il tema è adattare il costruito a nuove funzioni. CELLIA®, per esempio, il progetto che abbiamo realizzato (premiato  Compasso d’Oro ADI 2024 nella categoria  nella categoria design dei materiali e dei sistemi tecnologici nella categoria design dei materiali e dei sistemi tecnologici ) è una cellula interattiva per la facciata dell’edificio che permette  di ridurre l'impatto ambientale di un edificio e aumentandone le performance energetiche. Con un processo che nasce off-site e riduce quindi anche i tempi di lavoro e di disagi per chi occupa l'edificio, concentra nella facciata tutte le componenti di impiantistica, ventilazione, cablaggio e illuminazione. Per ottimizzare la flessibilità di cui parlo, però, è necessario anche ripensare anche le norme urbanistiche: la legge è del 1942, ha ottant’anni e forse qualcosa andrebbe rivisto. All’epoca era servita per costruire in un momento di urbanizzazione spinta, oggi, di fronte ad aree già urbanizzate, servono strumenti più snelli”.

“E’ il momento giusto per impegnarsi nella ricerca: ci sono materiali di derivazione organica, creati dai vegetali o da scarti alimentari, come le bucce delle patate che hanno proprietà fono assorbenti. Stiamo studiando l’uso dell'alluminio recuperato dalle lattine per utilizzarlo nell’interior design, usiamo materiali per la pavimentazione che derivano dal grafene. Questo è un lavoro di ricerca che va incentivato, il riutilizzo di un materiale di scarto è una risorsa sostenibile, e serve anche un maggior impegno, una volta realizzato lo studio, nell’industrializzazione di questi prodotti. L’idea di una casa sempre più green non è più solo un concetto di marketing, sono sempre di più le persone che richiedono le certificazioni di sostenibilità. Significa che stiamo camminando in un percorso virtuoso che deve essere esteso”

Scopri i programmi degli eventi a cui parteciperà Massimo Roj, architetto, fondatore e CEO di Progetto CMR!

From worst to best