Ugo de La Pierre
Tre domande a Ugo de La Pierre, presidente dell’Ordine dei Geologi del Piemonte.
"LE SCIENZE DELLA TERRA PER RIDURRE I RISCHI E AUMENTARE LE OPPORTUNITÀ"
“Il rischio idrogeologico dovrebbe essere ridotto, per legge, ogni volta che si opera sul territorio,e non aumentato, come spesso succede, e nemmeno semplicemente monitorato. Le limitazioni all’uso del territorio dettate dalla pericolosità geologica,sono scelte costose con un forte impatto sul tessuto sociale e urbanistico, ma che devono essere affrontate consapevolmente, con uno sguardo rivolto al futuro. Lo studio della Terra, con la geotermia, offre nuove opportunità in campo energetico. La geotermia può fornire, in modo economicamente più accessibile, anche energia termica per il riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria di edifici pubblici e privati. È una sfida per il futuro”
"Il rischio idrogeologico dovrebbe essere ridotto, per legge, ogni volta che si opera sul territorio,e non aumentato, come spesso succede, e nemmeno semplicemente monitorato, operazione che, da sola, non può essere sufficiente a evitare danni. Pensiamo, per esempio, alla portata con cui i corsi d’acqua delimitati dagli argini defluiscono nei centri abitati. Sulla dinamica fluviale attualmente il dibattito verte - soprattutto in Emilia Romagna interessata da severi episodi alluvionali - su interventi che rappresentino un mix tra soluzioni strutturali (allargamento della luce dei ponti, ripristino e innalzamento degli argini, casse di espansione, ”dragaggio dei fiumi”) e interventi non strutturali con l’obiettivo di lasciare spazio ai fiumi, favorendone il naturale deflusso,anche a costo di rilocalizzare attività già esistenti, soprattutto nelle aree golenali laddove esse siano state ridotte o eliminate. Sono scelte costose con un forte impatto sul tessuto sociale e urbanistico, ma che devono essere affrontate consapevolmente, con uno sguardo rivolto al futuro. Le limitazioni all’uso del territorio dettate dalla pericolosità geologica, rimane un tema che deve essere ben spiegato ai cittadini dai professionisti e dalle autorità che elaborano e gestiscono la politica territoriale urbanistica. Quest’ultima non può prescindere da uno studio accurato della componente geologica e ambientale che comprenda rilievi svolti sul territorio con le nuove (o quasi nuove) tecnologie come rilievi satellitari, aerofotografia, rilievi con il drone e con le tecniche laser scanner, per creare un modello digitale del terreno che sia affidabile e verificabile a partire da rilievi diretti sul terreno. Senza questa fase di studio diventa ben difficile distinguere i vari livelli di pericolosità e spiegare agli utenti i motivi degli eventuali vincoli tesi a mitigare il rischio idrogeologico nelle loro proprietà”.
“Se si parla di produzione, la geotermia in Italia ricopre posizioni alte nella classifica, ma si tratta della produzione concentrata in Toscana che, fin dal 1904,, è terra di emissioni di vapori molto caldi in superficie, facilmente sfruttabili ai fini geotermici. Diverso è il discorso legato, invece, alla diffusione della geotermia nel nostro Paese. In questo caso occupiamo gli ultimi posti della classifica. Negli ultimi anni sono aumentati gli impianti domestici per il riscaldamento ma la vera svolta la si ottiene integrando la geotermia al teleriscaldamento urbano,in modo da poter fornire energia termica a più utenze partendo da una sorta di centrale termica, ossia un campo sonde geotermico, anche in combinazione con lo sfruttamento dell’energia solare ed eolica, oppure con il supporto dell’energia prodotta dai rifiuti domestici tramite termovalorizzatore. Casi studio operativi e di successo, sono già presenti in Europa e speriamo siano di esempio per poter permettere un ampio sviluppo in Italia".
"Non ci sono ancora casi studio operativi sull’utilizzo della geotermia nelle comunità energetiche, ma si stanno sviluppando metodologie innovative per poter integrare la risorsa geotermica, specialmente per la produzione e condivisione di elettricità. La geotermia però può fornire, in modo economicamente più accessibile, anche energia termica per il riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria di edifici pubblici e privati. È una sfida per il futuro, ma sta crescendo forte l’interesse di sfruttare questa importante forma di energia a favore delle comunità energetiche".