Maria Cristina Milanese
Tre domande a Maria Cristina Milanese, Presidente dell'Ordine degli Architetti di Torino.
"LE SCIENZE DELLA TERRA PER RIDURRE I RISCHI E AUMENTARE LE OPPORTUNITÀ"
“Città industriali come Torino oggi sono in fase di rinnovamento, rispetto al passato, grazie al lavoro di progettazione architettonica che le ha viste protagoniste, con il recupero di aree produttive dismesse, nell’ottica di una rigenerazione che non deve mai perdere di vista le esigenze di chi utilizzerà quegli spazi e nemmeno il legame con il contesto urbano circostante. Il verde, in questa progettazione, ha un ruolo fondamentale".
"Recentemente è stato presentato al Senato un disegno di legge sulla rigenerazione urbana che è interessante perché esplicita l’affidamento degli interventi ricompresi nella programmazione di rigenerazione urbana e finanziati mediante concorso in due fasi e sottolinea il concetto di qualità della progettazione, che è fondamentale perché incide sulla qualità urbana e territoriale. Gli interventi più massicci non restano confinati a un singolo edificio ma coinvolgono il territorio. Penso, a Torino, a un progetto come quello dell’ex Manifattura Tabacchi: l’intervento sull’ edificio porterà la rigenerazione di un’intera area urbana collegando il rinnovamento del palazzo a quel che già esiste, come il parco fluviale. Quando si riesce a lavorare in quest’ottica si sta procedendo bene, e Torino, in questo, è una città virtuosa: progetti come le Ogr, ma anche lo stesso Lingotto, hanno recuperato l’eredità industriale della città e l’hanno trasformata, tenendo conto di quello che esisteva intorno. Questo è il ruolo sociale dell’architettura e che non è soltanto una professione tecnica: l’architetto è il fil rouge che lega la scienza umanistica e la tecnica, progetta tenendo sempre bene a mente l’aspetto sociale degli spazi e dei luoghi".
“Avere città sempre più verdi è un obiettivo da raggiungere. Una città green e sostenibile è più rasserenante sotto tanti punti di vista e questo concetto sta diventando cultura in molti contesti, anche in Italia. Il verde è uno degli aspetti cruciali della progettazione: ci si adopera per crearlo e mantenerlo perché da qui passa il raggiungimento della sostenibilità. Ci sono voluti anni per questo cambio di passo, ma ora non si torna indietro. Torino è conosciuta per i suoi viali alberati ed è una delle città più verdi in Italia, ma non è l’unica. Il percorso da città industriale a oggi non è stato immediato, è stato un processo politico e di volontà che ora dà risultati. Da tempo ormai Torino non è più la città della Fiat, ma una metropoli che attira turisti che vengono per i musei e le eccellenze, ma anche per guardare le trasformazioni che questo polo urbano ha subito nel tempo, con edifici industriali recuperati e restituiti a nuove funzioni, in linea con le nuove esigenze di chi abita Torino".
“L’intelligenza artificiale è ormai un dato di fatto ed è uno strumento importante e positivo, l’ammiro come tutte le innovazioni. Ho una sola preoccupazione: ho il timore che ci impigrisca e che, demandando all’AI certe risposte, si rischi di perdere il contatto con la realtà. È ottima per aprire la mente a nuove visioni che escano dagli schemi mentali più classici che tutti abbiamo quando progettiamo un edificio. Ma penso che per stabilire se la suggestione suggerita dall’intelligenza artificiale sia fattibile dal punto di vista strutturale e del rispetto delle norme vigenti, sia fondamentale fare ricorso all’intelligenza umana. Ci sono ancora norme - anche recenti - che vanno (purtroppo) interpretate, e questo compito spetta al professionista, non alla macchina. In ogni caso penso che quella dell’AI sia una bella sfida”.